Tutto quello che possiamo testimoniare in prima persona assistendo ad una corsa
ciclistica è un tratto di strada lungo al massimo qualche centinaio di metri, lo spazio del
nostro sguardo con il movimento della testa di lato. Tutto il resto, è racconto. Raccontare
il ciclismo, è necessario.
Nel numero 8 di Rouleur Italia vi raccontiamo delle storie che hanno a che fare con
l’inizio della stagione e con il ricominciare. Primavera è ricominciare con il ciclismo ma
ricominciare significa anche passare a una nuova fase della propria vita, rinascere in
qualcos’altro.
Ci siamo fatti raccontare da atleti, atlete, meccanici, direttori sportivi le memorie della
prima Roubaix e abbiamo indagato su come si costruiscono le strade in pietra e cosa
serve a un corridore per essere un fuoriclasse delle classiche del nord.
Sonny Corbelli ci ha raccontato cosa significa vincere una corsa Monumento come la
Parigi- Roubaix e Mads Pedersen cosa significa lavorare per un anno intero per provare
a vincerla. Ivan Basso e Kristina Vogel ci hanno raccontato della loro nuova vita dopo
essere stati corridori professionisti mentre il giovane brasiliano Vinicius Rangel ci ha
raccontato come il ciclismo ha incrociato la sua vita e come l’ha inaspettatamente
cambiata.
Il Puncheurs, un collettivo di artisti di strada ci hanno raccontato gli inizi della loro
carriera di disegnatori, facendo evolvere a un livello mai immaginato prima il concetto di
“scritta sulla strada”. E poi abbiamo parlato con i ragazzi di L39ION e pedalato sulle
strade di Bormio celebrando alcune delle salite più entusiasmanti del mondo: Stelvio,
Gavia, Cancano, Mortirolo.
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